Stagione 2005-2006 ITC Teatro di San Lazzaro Via Rimembranze, 26 San Lazzaro di Savena (Bologna)

Compagnia Teatro dell'argine in Liberata - foto di Luciano Paselli

a cura della Compagnia del Teatro dell’Argine
novembre 2005 marzo 2006

  Inizio Spettacoli ore 21.00

Mercoledì 16 novembre 2005 prende il via la stagione di prosa 2005-2006 dell’ITC Teatro di San Lazzaro (via Rimembranze, 26 San Lazzaro di Savena – Bologna) con la direzione artistica della Compagnia del Teatro dell’Argine, promossa dagli Assessorati alla Cultura del Comune di San Lazzaro di Savena e della Provincia di Bologna, dalla Regione Emilia-Romagna e con il contributo della Fondazione CARISBO.

 Un’altra stagione di prosa all’ITC, un’altra rassegna di spettacoli che traducono per la scena la voglia-necessità della Compagnia del Teatro dell’Argine, che cura la stagione, di guardare al mondo che ci circonda, di fare e di vedere un teatro che parli all’uomo e non solo a se stesso, di dare spazio a eventi che coinvolgano i grandi protagonisti della scena italiana, ma anche ai lavori originali di giovani artisti emergenti.

Una stagione di monologhi – di narrazione e non – ma anche di spettacoli corali; una stagione che ospita importanti riletture di grandi classici del teatro e della letteratura di tutti i tempi, ma che va anche alla scoperta delle biografie di uomini e donne eccezionali del nostro tempo; insomma, una stagione di eventi davvero speciali, spettacoli che già tanti riscontri hanno avuto in Italia e in Europa e progetti nuovi e originali, lavori che, nella maggior parte dei casi, sono assolutamente inediti non solo per l’ITC, ma per l’intero territorio. Nomi e temi importanti e affascinanti: Laura Curino, Elisabetta Pozzi, Giuliana Musso, Ruggero Cappuccio e Massimo De Francovich, il Teatro dell’Argine, l’A.T.I.R. e Serena Sinigaglia, Eugenio Allegri e Giorgio Scaramuzzino, Davide Enia e i giovani vincitori dell’ultimo Premio Scenario. E il bombardamento di Palermo nel ‘43, il parto in casa con la levatrice, gli emigranti italiani in Svizzera e gli studenti della scuola italiana riformata, la diversità e la “deficienza”, il giudice Borsellino e la poetessa iraniana Forugh Farrokhzad, Ian McEwan e i suoi personaggi, Virginia Woolf e il Circolo Bloomsbury, Fedra, Omero e le Troiane, a raccontarci, attraverso i loro mondi reali e immaginari, passati e mitici, il nostro, presente, mondo.

 In scena per l’inaugurazione della stagione la Compagnia del Teatro dell’Argine propone, da mercoledì 16 a domenica 20 e da mercoledì 23 a domenica 27 novembre alle 21.00, l’attesa seconda parte del progetto della Compagnia sull’emigrazione italiana in Svizzera: La Turnàta. Italiani cìncali parte seconda di Nicola Bonazzi e Mario Perrotta, diretto e interpretato da Mario Perrotta. «Se sei emigrante la prima cosa che ti devi imparare è che nna enùta è solo nna enùta, mentre la turnàta è per sempreNna enùta (una venuta) è nna fesseria, il tempo di guardarsi attorno veloci, senza mettere a fuoco i luoghi e le facce. La turnàta, invece, “il ritorno”, vuol dire che hai raggiunto l’obiettivo, ti sei sistemato, puoi mettere a fuoco, ricordare le facce e i luoghi perché ora stai per tornarci. Definitivamente» (Mario Perrotta). Debutta il secondo capitolo del progetto Italiani cìncali! Questa seconda parte è incentrata sull’emigrazione in Svizzera: «Quando si è trattato di raccontare il ritorno a casa di una famiglia di emigrati in Svizzera nel 1969, quasi automaticamente ho accomunato tale vicenda allo sbarco sulla Luna avvenuto lo stesso anno. Così, quella macchina proiettata verso l’Italia diventa un razzo spaziale, un microcosmo, un nodo di rapporti familiari intensissimi» (Nicola Bonazzi).

In questa occasione, l’ITC Teatro desidera riproporre al pubblico anche la prima parte del progetto, Italiani cìncali! Parte prima: minatori in Belgio di Nicola Bonazzi e Mario Perrotta, che ne è anche interprete e regista, con una formula curiosa: domenica 20 e domenica 27 novembre, in pomeridiana alle ore 17.00 andrà in scena Italiani cìncali! Parte prima, mentre in serata alle ore 21.00 La Turnàta. Sarà perciò possibile vedere i due spettacoli in uno stesso giorno, potendo così apprezzare il progetto nella sua completezza. Italiani cìncali! Parte prima: minatori in Belgio è uno spettacolo poetico e duro che ambisce a raccontare le esistenze marginali, le speranze tradite, la fatica e il sudore degli emigranti nelle miniere del Belgio, dopo il secondo conflitto mondiale. Lo spettacolo ha avuto un eccezionale successo di pubblico e di critica, 150 repliche in Italia e all’estero in poco più di un anno, e candidatura in finale al Premio Ubu come nuovo testo italiano.

 

L’intensa stagione prosegue, sabato 3 dicembre, con lo spettacolo Fedra, protagonista una strepitosa Elisabetta Pozzi per la regia di Francesco Tavassi. Fedra fa parte di Quarta dimensione, ciclo di monologhi di ispirazione mitologica composto dal poeta greco Ghiannis Ritsos durante l’esilio al quale fu costretto dalla dittatura dei colonnelli alla fine degli anni ‘60. La Fedra di Ritsos è tutt’altro che riproduzione fredda e distante del mito: il testo esplora in modo estremamente umano e profondo i turbamenti contrastati di una donna vittima delle proprie passioni e dei sensi di colpa che ne scaturiscono. Il risultato è uno spettacolo di rara intensità nel quale Elisabetta Pozzi si cala con totale partecipazione, per portare allo scoperto e alla nostra percezione il mondo di emozioni occulto, sotterraneo o, talvolta, estraneo e lontano, in cui vive Fedra.

Sabato 17 dicembre il Teatro Club Udine porta in scena l’esilarante Nati in casa interpretato da Giuliana Musso, autrice anche del testo insieme a Massimo Somaglino. «Si nasceva in casa, una volta. Nei paesi c’era una donna che faceva partorire le donne. La “comare”, la chiamavano: era la levatrice, l’ostetrica insomma». Nati in casa racconta la storia di una donna che fu levatrice in un paese di provincia di un nord-est italiano ancora rurale. Storia tutta al femminile, dunque, storia di una dedizione costante e quasi sommessa al destino di una gente, storia raccolta attraverso tante interviste e narrata da una straordinaria Giuliana Musso (Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro nel 2005) che, per questo lavoro composto da aneddoti di gusto popolare, comici ed epici al tempo stesso, ha avuto due nomination al Premio Ubu 2002.

Da mercoledì 11 a domenica 15 e da mercoledì 18 a domenica 22 gennaio prima nazionale della Compagnia del Teatro dell’Argine con lo spettacolo Gli equilibristi. Primo quadrimestre di Valentina Kastlunger e Andrea Paolucci che ne cura anche la regia. Lo spettacolo, attraverso un turbinio di situazioni e di gags, propone un ritratto della scuola di ieri e di oggi, la scuola dei debiti e dei recuperi, quella delle merendine flosce e delle prof vampiro, e racconta, dal punto di vista di quattro adolescenti, un universo fatto di emozioni vissute all’eccesso, un mondo dove “o tutto o niente”. Gli equilibristi è un progetto in due parti, due “quadrimestri”, due distinti spettacoli (il debutto del secondo, protagonisti quattro professori, è previsto per l’aprile 2006), che hanno coinvolto nell’arco di un anno di lavoro più di 30 giovani autori-attori-studenti tra i 14 e i 25 anni.

Sabato 28 gennaio arriva all’ITC, Troiane, uno degli spettacoli corali più belli degli ultimi anni, una produzione di A.T.I.R. Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca, diretto da una delle registe più interessanti dell’ultima generazione Serena Sinigaglia. «“Le guerre, tutte le guerre sono un orrore”. Questa frase di Gino Strada sembra scritta apposta per Troiane. L’Iliade è un poema di guerra, è fatto dagli uomini e a parlare sono i vincitori. Le Troiane è un poema sull’orrore della guerra, è fatto da donne e a parlare sono gli sconfitti. Al di là di qualsiasi ragionamento politico, al di là di qualsiasi contingenza economica, al di là di qualsiasi ipotetica ragionevolezza, si alza il grido straziante di queste donne. Questo spettacolo è dedicato alle vittime delle guerre tutt’ora in corso» (Serena Sinigaglia).

Da mercoledì 1 a domenica 5 febbraio altro debutto per la Compagnia del Teatro dell’Argine, in scena con il toccante Un ventre gonfio d’assenza, interpretato da Deborah Fortini per la regia di Massimo Tomasello. Lavoro dedicato a Forugh Farrokhzad, poetessa persiana vissuta negli anni Cinquanta in un Iran, apparentemente emancipato, definita la «voce femminile di tutte le donne imprigionate da secoli di silenzio». A trentanove anni dalla prematura scomparsa di Forugh (poetessa, ma anche attrice e regista di film e di documentari pluripremiati in Europa) lo spettacolo vuole far rivivere il senso d’individualismo e di libertà di questa artista, che seppe aprire uno spiraglio di luce in una cultura non sempre comprensibile, sottolineando gli aspetti di ricchezza e di estrema povertà di una terra da sempre in conflitto con le sue tradizioni. Lo spettacolo nasce dalla collaborazione con il regista Massimo Tomasello, della compagnia danese Outlaw Fields, che, con questo lavoro, propone al Teatro dell’Argine il primo frutto della sua ricerca sulle forme dell’arte persiana.

Sabato 11 febbraio sul palco Laura Curino, una delle più importanti attrici del teatro di narrazione, con lo spettacolo Una stanza tutta per me Ovvero: se Shakespeare avesse avuto una sorella, produzione del Teatro Stabile di Torino per la regia di Claudia Sorace. Che sarebbe successo – si chiedeva la Woolf nel suo famoso Una stanza tutta per sé – se la famiglia Shakespeare avesse avuto una figlia molto più dotata del pur bravo William? In questo tragicomico viaggio immaginario nella vita delle “sorelle minori” di Shakespeare, Laura Curino affronta il mondo di Virginia Woolf con la consapevolezza che anche oggi l’arte è negata a molti, anche se non più o non solo per una questione di maschile e femminile. Raccontando con garbo e ironia il mondo affascinante della Woolf e del Circolo Bloomsbury, la Curino porta in scena ­– come sempre nel suo percorso artistico­ – i tanti volti del contemporaneo.

Sabato 18 febbraio i drammatici fatti di cronaca irrompono nel mondo del teatro con lo spettacolo Paolo Borsellino essendo stato, scritto e diretto da Ruggero Cappuccio, di Teatro Segreto, e interpretato da un travolgente Massimo De Francovich, attorniato da un coro di cinque attrici. Palermo, via D’Amelio, 19 luglio 1992, ore 16.58: Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta muoiono in un attentato di mafia. Cappuccio affronta il tragico fatto di cronaca scegliendo come punto di partenza quel decimo di secondo che separa la vita dalla morte. Nell’ultimo respiro di Borsellino un istante prima dell’esplosione, rivivono i suoi ricordi d’infanzia, i suoi sogni e aspirazioni, i suoi dubbi e timori di uomo solo, accerchiato dalla mafia e da elementi deviati dello Stato. Eroe borghese senza retorica, Borsellino diventa personaggio di teatro e può ergersi così a testimone di un’assurda, feroce, corrotta tragicità del quotidiano.

Sabato 25 febbraio Davide Enia, ormai entrato a pieno titolo nel novero dei grandi narratori italiani, è all’ITC con maggio ’43, un lavoro sulla memoria, un intreccio sapiente dei frammenti delle testimonianze raccolte da chi uscì illeso da quei giorni del maggio 1943, quando Palermo subì un feroce bombardamento: «Erano tempi atroci, in cui la morte cadeva inattesa dall’alto o dal basso dei mercati neri, che stritolavano con prezzi schizzati alle stelle. Erano tempi malati e bugiardi, tempi cinici e bari. Assomigliano ad oggi» (Davide Enia).

Sabato 4 marzo, Evento speciale: il Dittico McEwan, produzione del Teatro dell’Archivolto in collaborazione con il XXXVI Festival di Borgio Verezzi. In una stessa sera saranno presentati L’uomo dell’armadio con Eugenio Allegri e L’inventore dei sogni con Giorgio Scaramuzzino, due atti unici entrambi con la regia di Giorgio Gallione. Ian McEwan, autore contemporaneo tra i più noti e i più interessanti, racconta, attraverso una scrittura efficace e sempre precisissima, sogni infantili, paure, fatica di crescere, rapporti di amore/odio con i genitori. A trasporre questi stessi temi per il palcoscenico in questi due strepitosi atti unici, due attori d’eccezione, Eugenio Allegri e Giorgio Scaramuzzino.

La stagione dell’ITC si conclude con lo spettacolo Il deficiente, vincitore del Premio Scenario 2005, della Compagnia Teatrale Crest, scritto e interpretato da Gaetano Colella e Gianfranco Berardi, in scena con Angela Iurili e Pietro Minniti. Il deficiente è la storia di una famiglia, di una casa popolata da tre fratelli. Tutti e tre i fratelli sono disoccupati. Uno di loro è cieco e la sua condizione lo rende al tempo stesso invalido e privilegiato: non può lavorare, però mantiene l’intera famiglia con la sua pensione di invalidità; non si può muovere agevolmente, ragion per cui lo stile di vita dell’intera famiglia ruota attorno alle sue esigenze. Diversamente da quanto accade nel “mondo là fuori”, tutto nella casa è a misura di cieco, fino a quando l’ingresso di un elemento imprevisto scatenerà nuove dirompenti dinamiche.

 Per il quinto anno consecutivo, inoltre, i ragazzi delle scuole superiori di Bologna e di San Lazzaro di Savena, potranno assistere a tutti gli spettacoli teatrali, pagando solo 1 € grazie all’iniziativa A teatro con 1 € che fa amare il teatro anche ai giovanissimi (è sufficiente prenotare e presentarsi alla cassa con il libretto delle giustificazioni e un documento di riconoscimento). Il progetto è un’idea originale del Teatro dell’Argine – ITC Teatro di San Lazzaro, in collaborazione con gli Assessorati alla Cultura e all’Istruzione del Comune di San Lazzaro di Savena e la Fondazione CARISBO.

 Per informazioni: tel 051/6270150

mailto:info@itcteatro.it

www.itcteatro.it

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