MOSTRA BRUTTE FIGURE (Il Ponte, via Ponte Nuovo 23/h Pieve di Cento, Bo 16 dicembre 2006 – 16 febbraio 2007)

Bombe su Beirut – opera di Raffaele Minotto

Brutte figure
Mostra collettiva di Giovanni Blanco, Franco Hüller, Raffaele Minotto e Matteo Nannini

 
Sabato 16 dicembre 2006 (ore 17.00) alla Galleria il Ponte di Pieve di Cento (via Ponte Nuovo 23/h) inaugurazione di una nuova mostra collettiva dal titolo Brutte figure, in esposizione le opere di quattro pittori professionisti giovani, Giovanni Blanco, Franco Hüller, Raffaele Minotto e Matteo Nannini. La mostra resterà aperta fino al 16 febbraio 2007.
Brutte figure è il tema, insieme giocoso, ironico e scaramantico, che è stato proposto a questi quattro artisti, ognuno con la propria cifra stilistica, ma tutti sicuramente riconducibili ad un ambito di pittura figurativa. E proprio la figura, l’ironia e il gioco costituiscono il filo rosso che attraversa, pur con diverse declinazioni e sfumature, le varie opere in mostra.

Giovanni Blanco espone quattro lavori che costituiscono una sequenza e vanno perciò letti quasi fossero fotogrammi di una pellicola cinematografica. Al centro il corpo umano, nudo, elegante, greve, prima completamente immerso nell’acqua, poi rappresentato nell’atto di emergere, lentamente ma inesorabilmente, fino ad “incarnarsi” nel Satiro di Mazara del Vallo, vale a dire a riconoscersi nella parabola del satiro danzante del corteo del dio Dioniso, statua bronzea di probabile età ellenistica ripescata nel canale di Sicilia (terra d’origine di Blanco) nel 1998. Una sequenza pittorica che è un gioco continuo, un dialogo e una tensione incessanti tra immersione ed emersione, tra ignoto e noto, tra peccato e purificazione, tra prigionia e liberazione, tra buio e luce.

Ventuno sono i lavori presentati da Franco Hüller e realizzati con una tecnica mista su dei semplici fogli di carta A4: l’insieme delle opere dà vita al ciclo Hic (dal latino “qui”). Si tratta di un rito pittorico e digitale: l’artista dipinge i fogli, li acquisisce con lo scanner, li modifica ed elabora, li stampa su un nuovo foglio, che diventa il fondo di una nuova rielaborazione pittorica. Il ciclo Hic è costituito da tutti i passaggi pittorici su carta, invece le elaborazioni digitali hanno dato vita al ciclo Nunc (dal latino “ora”). Una ricerca permanente, quindi, impregna queste opere ricche di pennellate di colore e soprattutto di figure dalle forti gestualità, collocate nello spazio in posizioni innaturali, sospese o oblique, talvolta alate, figure fuori scala che non rispettano le proporzioni, sguardi che interrogano sé e l’osservatore.

Pieni di ironia, o meglio di autoironia, sono i due oli su tela Autoritratto segnaletico di Raffaele Minotto, con il suo stile inconfondibile di materia-colore-luce. Qui l’artista gioca con il pubblico e con se stesso, ritraendosi di fronte e di profilo, ammiccando al titolo della mostra: si sa che le fotografie segnaletiche quasi sempre tradiscono la nostra vera immagine, facendoci risultare tutti più brutti. L’ironia diventa più pungente, quasi caustica, in Bombe su Beirut e Benvenuti!, due oli su tela. Nel primo, tra le increspature delle paste cromatiche, scorgiamo una zingara (soggetto caro a Minotto) nel suo tipico abbigliamento gitano, con una mano sul fianco mentre con l’altra tiene la sigaretta accesa: il suo volto è inespressivo, il suo sguardo, assente, si posa su una distesa di macerie, intorno a lei solo distruzione. L’ironia è chiara: non è la zingara che deve essere oggetto del nostro sospetto e pregiudizio, ma chi provoca e fa la guerra. Nel secondo, un barbone scapigliato e sciatto ma con un’espressione gentile e pacata, ci dà il benvenuto a braccia aperte in un luogo che, però, è fatiscente, inospitale, tutt’altro che accogliente. L’olio su carta Violentata!, è un omaggio alla scultrice e grafica tedesca Khate Kollwitz (1867-1945) e ne riprende, sdrammatizzandola, una sua incisione.

Gioco e ironia caratterizzano anche le tre opere presentate da Matteo Nannini, a partire dall’olio su tavola intitolato Pan, dove il pittore scherza con se stess in un bosco, tra alberi, cespugli e sassi, sfoderando un ghigno beffardo, appare Matteo-Pan, per metà Matteo Nannini, e per metà caprone. Dopo la mitologia classica, Nannini rivisita con l’opera Salomè (olio su tela applicata su tavola) la Bibbia: attraverso un’inquadratura stretta, vediamo una figura femminile, Salomè, intenta a danzare per Erode mentre accenna all’atto di spogliarsi. Un forte fascio di luce le illumina il volto dal basso, quasi a darle una sembianza spettrale. Sullo sfondo Erode con la testa del Battista sul vassoio. Con Jack (olio su tavola), invece, Nannini passa alla cronaca nera inglese di fine Ottocento, quando la città di Londra fu terrorizzata da Jack lo Squartatore, l’ignoto serial killer che in pochi mesi uccise cinque donne. In un’atmosfera cupa si distinguono solo degli occhi che, guardano, in atto di sfida e minaccia, l’osservatore.
 

Orari mostra: dal martedì al sabato 16.00-19.00. I festivi solo su appuntamento.

Ingresso libero

Per informazioni: tel. 051.6861130

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