CONTRONATURA 2018 Spazio Binario di Zola Predosa

Lucciole e Mormorii

 Stagione 2018 –16° edizione

a cura di Cantharide

 gennaio-maggio 2018 – ore 19.00

  Domenica 17 dicembre 2017 alle ore 17.00 una festa inaugurale apre a Zola Predosa, presso lo Spazio Binario, (Piazza di Vittorio, 1) la 16° edizione di Contronatura, la rassegna teatrale a cura dell’Associazione Culturale Cantharide, che torna dopo 5 anni sul palcoscenico di Zola Predosa con una originale stagione teatrale dal titolo Lucciole e Mormorii. “Le lucciole sono i piccoli proiettori ad alta intensità di luce. Quelli che non disperdono lo sguardo ma ci permettono di definire la zona da illuminare – spiega Elena Galeotti, direttrice artistica della rassegna – sono anche i bambini e gli adolescenti con cui lavoriamo ogni giorno, così luminosi e pieni di vita. Ma soprattutto sono gli attori; quando si crea quella zona di sospensione dove attori e spettatori vivono l’accadimento teatrale, è perché gli attori sono vivi, pieni di luce. I mormorii sono la conseguenza di un teatro che non è mai urlato, declamato, esagerato ma sempre commisurato al nostro piccolo spazio e in relazione agli spettatori. Esiste il mormorio dell’attesa, del mistero, prima che tutto inizi, e prima dell’applauso finale; il mormorio delle emozioni o della noia ma sempre nel rispetto degli attori” “Amiamo gli attori e crediamo nell’arte teatrale- continua- Gli artisti che abbiamo invitato hanno modalità espressive molto diverse tra loro, ciò che desideriamo è condividere con il nostro pubblico la grande serietà artistica che li unisce, li rende, ci rende parte di un unico movimento, un volo. …Desideriamo creare le condizioni perché ogni esperienza sia piccola ma irripetibile, piccola ma piena di vita, come una lucciola. Il teatro, oggi più che mai, ci viene in aiuto essendo luogo inclusivo che intreccia le arti, la vita, accoglie altro da sé, mette in relazione. Auditorium Spazio Binario, è un luogo nato per condividere pensieri e bellezza.”

 

Domenica 17 dicembre (ore 17.00) la festa d’apertura (ingresso gratuito), che dà il via alla rassegna, vede sul palco diversi attori: si comincia con venti bambini di quinta elementare (scuola primaria Bertolini-Riale) guidati da Raffaella Faggioli e Elena Galeotti che presentano Dreaming in the Woods, lavoro ispirato a Sogno di una notte di mezz’estate (in teatro). Si prosegue con un brindisi-aperitivo a sorpresa e si conclude con un lavoro che vede in scena l’Associazione Cantharide insieme a Les Parapluies con In the Pines: un concerto – lettura scenica di una riscrittura di testi che ruotano attorno alla figura classica e popolare al tempo stesso di Anna Karenina di Lev Tolstoj. Le musiche dal vivo sono di Les Parapluies, voci di Elena Galeotti e Ilaria Debbi, testo e regia di Elena Galeotti.

 

Sabato 20 gennaio 2018 il sipario si apre con una produzione dell’Associazione Cantharide dal titolo Educazione europea di e con Elena Galeotti e Filippo Plancher, lavoro dedicato ad Andrej Tarkovskij e all’adolescenza e liberamente ispirato a Educazione Europea, il memorabile romanzo d’esordio di Romain Gary, che racconta la storia della formazione politica e morale di un adolescente che sceglie di combattere nelle file della resistenza. I sogni, i desideri e gli ideali dei giovani resistenti polacchi si uniscono ai ricordi degli ex resistenti emiliani e infine ai pensieri e agli incubi di oggi. Educazione europea è un inno alla libertà, all’amicizia, all’arte e alla vita. In scena un uomo e una donna, uno scrittore e un’attrice che hanno attraversato un pezzo di storia importante e ora sono pronti ad incontrare il presente e porre al mondo delle domande.

 

Sabato 10 febbraio la Compagnia Della Luna Crescente presenta If I Had My Way I’d’ve Been A Killer -Nina Simone – Una voce per i diritti civili con Valentina Monti voce, Diber Benghi alle tastiere, Dagmar Benghi alla chitarra e Corrado Gambi voce narrante. A quindici anni dalla sua morte, attraverso una rivisitazione dei brani più significativi del repertorio della appassionata cantante nera, leggenda del jazz – video, testimonianze e testi di prosa originali-, lo spettacolo vuole rivalutare le qualità di Nina Simone come compositrice e omaggiare la sua figura di rivoluzionaria e di intellettuale al servizio della lotta per i diritti civili.

 

Venerdì 16 febbraio Rita Frongia è interprete e regista di Umanescenza, conferenza pop su quell’arte imperfetta che è la drammaturgia.

 

Venerdì 23 febbraio Isadora Angelini e Luca Serrani sono i protagonisti (ma anche autori e registi) di Silenzi Frammenti di un discorso di coppia, un’interrogazione sulla coppia e sulla scena. Lo spettacolo pone al centro del discorso l’intimità, esplorandone alcune sfaccettature attraverso le possibilità dell’incontro fra due attori, che si scontrano ostinatamente con l’inattualità del discorso amoroso e allo stesso tempo con l’inattualità della scena. Alla base c’è la ricerca ostinata sul coraggio di mostrarsi nudi aldilà della finzione, e di farlo proprio grazie alla finzione, alla convenzione, esplorando le possibilità delle arti performative, ricercando un’intimità della relazione tra chi guarda e chi si lascia guardare. Una palestra in cui animus e anima, cioè il lato maschile e femminile dell’individuo, possono esercitarsi e mettersi a nudo, nel tentativo di far saltare gli stereotipi attraverso un meccanismo iperbolico e paradossale dall’effetto inizialmente comico.I testi contengono frammenti da Raymond Carver, Emily Dickinson, Rainer Maria Rilke, Derek Walcott. Le musiche sono di Pascal Comelade, Sigur Ros e Bon Iver, Beach Baby eseguite da Daniele Angelini.

 

Venerdì 9 marzo Angela Antonini è in scena con La Servetta, con testo e regia Federico Sartori. Dentro una stanza d’albergo una donna si sveglia in stato confusionale, come dopo “un allegro festino tra amici”. Poco a poco si comprende la sua tragica condizione, l’inganno in cui vive, nella cieca convinzione di avere vicino a sé l’uomo che ama. Ma lui non c’è. E nella continua attesa che venga a trovarla, ogni frammento del suo corpo racconta la sottomissione di una donna, disposta a tutto pur di sentirsi un essere amato. Lo spettacolo è un monologo polifonico che affronta la violenza di genere ed è allo stesso tempo un’allegoria del sistema socio-politico del potere. Il testo e il linguaggio della pièce prendono forma nel corpo dell’attrice, che diventa essa stessa lo spazio scenico dove si incontrano/scontrano tutte le forze narrative.

 

Venerdì 23 marzo il Gruppo Orfeo-Cantharide presenta Gola (studio per piccolo gruppo di peccatori) di Elena Galeotti, con Ilaria Debbi, Riccardo Marchi, Anteo Ortu, scene di Anteo Ortu, regia di Elena Galeotti. In una situazione tipicamente Carveriana, tre giovani innamorati della vita ma confusi dalla miseria e dall’ipocrisia galoppante che evitano a colpi di droghe e alcol, confessano la loro determinazione ad andare fino in fondo perché il vuoto intorno rimbomba e l’unica possibilità è amare e stordirsi; vivere fa troppo gola. Il Gruppo Orfeo-Cantharide vede artisti provenienti da studi e interessi specifici differenti: pittura, musica, fotografia, teatro, che ha deciso di unire le proprie competenze e dopo due anni di studio sul mito di Orfeo, è nato Gola, un lavoro interdisciplinare che ci ha aperto tante strade da percorrere e approfondire. “Abbiamo pensato alla fatica di essere adolescenti o più in generale giovani, al desiderio di sballarsi, alla irrefrenabile voglia di vivere la vita fino in fondo, a costo di farsi male per comprendere meglio il destino di ciascuno” spiega il Gruppo.

 

Venerdì 13 aprile La vita ha un dente d’oro, con Francesco Pennacchia e Gianluca Stetur, regia di Claudio Morganti, testo/drammaturgia di Rita Frongia.

In ogni realtà si nasconde un artifizio e talvolta l’unica verità è proprio l’inganno. A questo allude il titolo dello spettacolo diretto da Morganti. Pennacchia e Stetur sono due strani avventori di un luogo che potrebbe essere l’interno di un locale; seduti ad un tavolo giocano, chiacchierano in un’orchestra di parole, gesti e comicità. Uno spettacolo di «archeologia teatrale», lo definisce Morganti, dove ciò che prende forma è «il gusto ed il piacere della vera finzione. Quella autentica. Quella che privilegia il gioco e la santa idiozia», per una riflessione sulla vita, sulla finzione scenica e sui nascosti meccanismi del gioco teatrale.

 

Venerdì 20 aprile Claudio Morganti è interprete e regista de I Canti (estratti dai Canti Orfici di Dino Campana), assistenza drammaturgica e tecnica di Rita Frongia. Lo spettacolo, che vede Morganti leggere Dino Campana, è un concerto di parole, nell’intimità di uno spazio piccolo dove nulla va perduto, nessun suono, nessun respiro.

Claudio Morganti pare avvicinarsi a I Canti Orfici di Dino Campana con grande cautela e piccolo meraviglioso sgomento, senza strategie, alla ricerca del ritmo e della melodia nelle prose e poesie del grande poeta. Morganti riflette sulla natura “intima” di chi legge poesia” chi scrive una poesia è come se la scrivesse per essere letta da una sola persona”. Dunque “letta” in un rapporto intimo ed estremamente privato.

 

La rassegna si chiude venerdì 4 maggio con Roberto Latini (premio Ubu 2017) in Della delicatezza del poco e del niente di Mariangela Gualtieri. Latini in un susseguirsi di letture, ripercorre alcune delle composizioni più intense della poetessa cesenate. Un rito fatto di voce sola e di musica che si compone con essa. Ed è il corpo tutto di Roberto Latini a suonare quelle liriche che sanno di spiritualità suadente, di bellezza umana che si specchia nella bellezza della terra, di profumi soffusi, di amori spezzati, di nostalgie volute, di ferite identiche, di sollievo che viene da un frutto, d’imperturbabilità di Dio, di vegetazione che sospira leggera.