Compagnia del Teatro dell’Argine presenta Ecuba ex regina (ITC TEATRO DI SAN LAZZARO via delle Rimembranze 26 San Lazzaro di Savena -Bologna Dal 19 al 23 dicembre 2007 e dal 9 al 13 gennaio 2008)

Ecuba ex regina della Compagnia Teatro dell'Argine ph. L. Paselli

 Il palcoscenico dell’ITC Teatro di San Lazzaro (via delle Rimembranze, 26 San Lazzaro di Savena –Bologna), “casa artistica” della prolifica compagnia bolognese Teatro dell’Argine, ospita da mercoledì 19 a domenica 23 dicembre e da mercoledì 9 a domenica 13 gennaio Ecuba Ex Regina, il nuovo lavoro scritto e diretto da Pietro Floridia, interpretato da un’intensa Micaela Casalboni. A partire dalla mitica figura di Ecuba, la regina di Troia, madre di 62 figli, il Teatro dell’Argine propone un monologo che comincia come un viaggio: gli spettatori saranno condotti in un ambiente che potrebbe essere una qualunque delle nostre case, se non fosse che, misteriosamente, chissà da dove, vi si è infiltrato un enorme mucchio di scarpe disfatte. Unica depositaria di questo mistero, una strana donna che, mentre lavora al mucchio, con tutto il senso pratico del caso ma anche con la simpatia delle levatrici di una volta, racconta ai presenti la storia di una donna che lei ha conosciuto tanto tempo prima, una donna che tutti chiamavano Ecuba, come la regina di Troia, per via dei suoi tantissimi figli. Racconta poi dell’assedio da parte degli stranieri, dei cecchini che sparavano dentro la città, della morte, della scomparsa di tutti i figli. Racconta di come, da regina, Ecuba divenisse schiava. Costretta a vagare di fossa comune in fossa comune, alla ricerca dei corpi dei suoi figli scomparsi.

Giunti a questo punto del racconto, la nostra strana donnina trova nel mucchio un paio di scarpe a lei note, e per noi arriva la rivelazione: l’Ecuba del racconto altri non è che lei, quel mucchio di scarpe disfatte rappresenta i suoi figli e tutti i morti senza nome e il suo lavorare senza sosta, il tentativo di ridare loro dignità.

La guerra come delirio di potere e come complicità con esso; la guerra come perdita di se stessi e della propria identità, dove la vita è combattere tra file di uomini indistinguibili nelle loro uniformi e la morte è mucchio, fossa comune di resti senza più nome. Ma non solo. La guerra è anche metafora di un mondo che schiaccia e appiattisce l’individuo sulla massa, che crea per distruggere, che costruisce per gettare via; un mondo contro il quale qualcuno ancora prova a resistere, insistendo, testardamente, a dare un nome alle cose e alle persone, a farle nascere, a coltivarle, a curarle e farle crescere.

 Fin da subito il lavoro della Compagnia del Teatro dell’Argine (nata nel 1994) si delinea come un progetto culturale complesso e ramificato; in tal senso esso non si limita alla produzione di spettacoli, ma dedica importanti risorse al lavoro culturale sul territorio, alla formazione del pubblico, alla didattica teatrale per i giovani e per tutti coloro che vogliano avvicinarsi al teatro, organizzando inoltre fasi di studio e ricerca destinate a giovani professionisti del teatro. Dal 1998 questo progetto ha potuto consolidarsi e svilupparsi in seguito alla concessione, da parte del Comune di San Lazzaro, della gestione dell’ITC Teatro di San Lazzaro, piccolo teatro che in pochi anni è diventato uno dei centri culturali e artistici e punto di riferimento per Bologna e la sua provincia, sul modello di una sorta di “casa del teatro”, sull’esempio dei tanti centres dramatiques europei. Dal 2000 la direzione artistica è affidata ad Andrea Paolucci, Nicola Bonazzi e Pietro Floridia, registi fondatori della Compagnia. Oggi la Compagnia è composta da tre registi, tre drammaturghi, 15 attori e oltre 40 operatori che si occupano di didattica. Il lavoro organizzativo, tecnico e promozionale è affidato direttamente a queste persone, secondo un modello gestionale originale e innovativo. All’intensa attività di lavoro sul territorio la Compagnia affianca la produzione di spettacoli sempre legati a tematiche civili e storiche, che esplorano vari linguaggi e passano indifferentemente dal teatro di narrazione, al teatro fisico al teatro di parola; tra i lavori più importanti si segnalano Tiergartenstrasse 4 – Un giardino per Ofelia, Mamsér-Bastardo, Leldorado, Liberata, la produzione italo-tedesca Pane Quotidiano e soprattutto i due spettacoli che compongono il Progetto Italiani cìncali sull’emigrazione italiana all’estero, il primo dei quali, Italiani cìncali! Parte prima: minatori in Belgio è stato anche finalista al Premio Ubu 2004. Il Teatro dell’Argine ha ricevuto proprio per il lavoro svolto in questi anni il Premio Hystrio-ANCT 2006 (Associazione Nazionale Critici Teatrali) per la qualità e l’impegno civile degli spettacoli, per l’attività culturale sul territorio e di formazione del pubblico, e «per la passione e la testardaggine con cui tengono alta la guardia della coerenza e dell’impegno, per la disponibilità a rischiare in proprio e per la capacità di lavorare duramente, senza gli sterili piagnistei di tanto teatro fondato sull’assistenzialismo. Con l’augurio di mantenere salda la rotta per essere sempre di più un teatro capace di guardare all’Europa, ma anche al territorio in cui ha messo radici».

 Per informazioni: tel 051/6270150

e-mail: info@itcteatro.it

www.itcteatro.it

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