MACBETH essere (e) tempo di Archivio Zeta

MILANO

TEATRO SALA FONTANA

7, 8 e 9 APRILE 2017

venerdì 7 e sabato 8 aprile ore 20.30 – domenica 9 aprile ore 16.00

http://www.teatrosalafontana.it/spettacoli/prosa/macbeth.html

 

BOLOGNA

TEATRO ARENA DEL SOLE

11 – 12 APRILE 2017, ore 21.00

http://www.arenadelsole.it/it-IT/Stagioni/Stagione-2016-2017/MACBETH.aspx

 

MACBETH

essere (e) tempo

DI WILLIAM SHAKESPEARE

DRAMMATURGIA E REGIA GIANLUCA GUIDOTTI E ENRICA SANGIOVANNI

con STEFANO BRASCHI, FRANCESCO FEDELE, CAROLINA GIUDICE, ANTONIA GUIDOTTI, ELIO GUIDOTTI, GIANLUCA GUIDOTTI, CIRO MASELLA, GIUDITTA MINGUCCI, ALFREDO PUCCETTI, ENRICA SANGIOVANNI

e con la partecipazione straordinaria di OSCAR

 

partitura sonora PATRIZIO BARONTINI

percussioni LUCA CIRIEGI

fiati GIANLUCA FORTINI

scenografie e costumi GIANLUCA GUIDOTTI E ENRICA SANGIOVANNI

 

coordinamento organizzativo LUISA COSTA

foto di scena FRANCO GUARDASCIONE

 

produzione ARCHIVIO ZETA E ELSINOR

in collaborazione con

EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE

TEATRO DELL’ARGINE

COMUNE DI BOLOGNA – SETTORE CULTURA

BÉ BOLOGNAESTATE

con il contributo di

REGIONE TOSCANA – SETTORE SPETTACOLO

Regione Emilia Romagna

Regione Lombardia

MiBACT Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Europa Creativa

 

Fondata da Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni nel 1999, bolognese d’adozione, l’associazione culturale Archivio Zeta si è distinta per il vivo interesse verso una ricerca che affonda nella memoria umana e nell’archivio, nello scandaglio di archetipi e della psiche umana. Dopo aver affrontato la drammaturgia classica (Aristofane, Euripide, Eschilo, Sofocle), e Pier Paolo Pasolini (con Pilade/Pasolini), la compagnia, continuando a portare avanti l’idea che il futuro abbia un “cuore antico”, sceglie di rendere omaggio a Shakespeare. Lo fa incontrando Macbeth, una delle tragedie del bardo che più in profondità hanno sondato il lato oscuro dell’uomo. Quello di Macbeth, il guerriero istigato dalla profezia di tre streghe e disposto a tutto pur di portare a compimento il destino di sovranità che gli è stato predetto, è un animo inquieto che, in questa lettura offerta da Archivio Zeta, invoca una «spessa notte» che offuschi la visione della sua mano assassina del re Duncan. «Il male che proviene dalle Streghe – affermano i registi – è diabolico, divino. Macbeth, accogliendolo in sé, facendolo suo, lo rende umano, ‘troppo umano’. La coscienza deve essere oscurata in quest’uomo che vuole conoscere l’Universo, che vuole spingersi più in là […] la conoscenza porterà all’orrore, orrore di sé, di ciò che il suo gesto da assassino ha partorito».

Archivio Zeta nel 2014 vince il Premio Rete Critica per la miglior progettualità, per aver saputo «portare gli spettatori in luoghi straordinari della memoria, per raccontare il lato oscuro della condizione umana…»; il loro lavoro non manca anche qui di addentrarsi in profondità nei temi del tempo e dell’essere, cercando di interrogare la parola del testo senza affidarsi al deposito di interpretazioni e di immagini che si sono stratificate nel corso delle numerose forme che la tragedia ha assunto sia a teatro sia sul grande schermo: «Immaginiamo il nostro Macbeth come un uomo nuovo, un antieroe, portatore del giusto e dell’ingiusto, un Copernico che sulla soglia tra Cinquecento e Seicento mette in discussione lo stato delle cose, si muove tra il retaggio simbolico ancora precario nella concezione del mondo e il nuovo relativismo che porta già verso la modernità».

Macbeth – essere (e) tempo diventa così non solo la tragedia ‘del’ e ‘sul’ potere, e sulla potenza dell’uomo artefice egli stesso del suo destino, ma anche sulla possibilità, ovvero sull’essere in potenza; la tragedia dell’essere umano che indugia sul fragile cammino dell’esistenza tra incertezze e paura d’agire.

 

 

 

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