stagione teatrale di San Giovanni in Persiceto-Bologna

Teatro Comunale (Corso Italia,72– San Giovanni in Persiceto)

Venerdì 13 e sabato 14 dicembre 2013 (ore 21.00)

Vito

In

Misêria e nubiltè

Scritto e diretto da Nanni Garella da Eduardo Scarpetta

con Vito, Umberto Bortolani, Carolina Cangini, Luca Formica, Pamela Giannasi, Mariarosa Iattoni, Iole Mazzetti, Fabio Molinari, Mirco Nanni, Lucio Polazzi, Deborah Quintavalle, Moreno Rimondi, Roberto Risi e la partecipazione straordinaria di Nanni Garella

Venerdì 13 e sabato 14 dicembre 2013 (ore 21.00) al Teatro Comunale di San Giovanni, Corso Italia, 72, si apre la stagione teatrale TTTXTE 2013/2014 con Misêria e nubiltè, spettacolo teatrale scritto e diretto da Nanni Garella da Eduardo Scarpetta, con Vito, Umberto Bortolani, Nanni Garella e gli attori della compagnia di pazienti psichiatrici di Arte e Salute. Lo spettacolo è una produzione di Nuova Scena-Arena del Sole Teatro Stabile di Bologna e Arte e Salute onlus.

Il mondo affamato, disperato, violento e allo stesso tempo vitale, ricco di fantasia e di speranze di Miseria e nobiltà viene ricreato da Nanni Garella che, dopo il grande successo ottenuto con Al dutåur di mât, torna a dirigere Vito e la Compagnia di attori-pazienti psichiatrici di Arte e Salute in una commedia di Scarpetta, adattandola in bolognese dall’originale in lingua napoletana.

Prosegue così il lavoro di Garella, volto alla rivitalizzazione della lingua teatrale italiana attraverso la grande tradizione dialettale, e incentrato – costante da anni della sua attività artistica – sul tema delle diversità: diversità come handicap fisico o psichico, diversità come povertà ed emarginazione, ma anche diversità linguistica.

Note di Nanni Garella

La lingua teatrale italiana, a differenza di altre lingue neolatine, possiede un altissimo grado di convenzionalità; è meno parlabile di altre lingue europee, meno elastica, meno espressiva.

La ragione di questa debolezza risiede molto probabilmente nella genesi stessa dell’italiano come lingua, oltre che nella frammentazione politica dell’Italia dalla caduta dell’impero romano all’unità.

La nostra Babele linguistica post-latina fonda almeno quattro o cinque ceppi linguistici, che nei secoli diventano lingue a tutti gli effetti e hanno espressione letteraria, in epoche diverse fino al Novecento. E la nostra letteratura ha sempre rapporti diretti o indiretti, comunque molto stretti e fondanti, con i dialetti. È una particolarità tutta italiana quella della nascita e dello sviluppo di una lingua nazionale che non riesce a sciogliere, per così dire, i suoi nodi dialettali.

Non a caso molti grandi autori teatrali italiani hanno scelto, grosso modo, due strade nell’uso della lingua: o il dialetto tout court (Ruzante, Goldoni, Scarpetta, De Filippo) o una sorta di costruzione/traduzione dalle lingue dialettali (Verga, Svevo, Pirandello, Alfieri).

La lingua del Teatro deve per necessità essere comprensibile, diretta, parlabile; ed è naturale che gli attori e gli autori teatrali affondino le mani nel loro retroterra linguistico popolare, nelle parole e nei modi di parlare della loro infanzia o dell’infanzia dei loro personaggi. Ecco: l’infanzia della nostra lingua, di quella che abbiamo ascoltato e parlato da bambini è il luogo poetico per eccellenza in cui è stata creata, costruita ogni volta la lingua del teatro italiano. Quasi sempre gli autori italiani sono costretti a creare, non solo forma, ma anche lingua.

È il caso di questa nuova edizione di Miseria e nobiltà: un’opera tradotta in lingua bolognese da una commedia in lingua napoletana, a sua volta tratta da una commedia francese.

Da anni il tema delle diversità attraversa il mio lavoro: diversità come handicap fisico o psichico, diversità come povertà ed emarginazione, ma anche diversità linguistica. Ai margini della cosiddetta società del benessere – che più tale non sembra – nelle periferie sterminate di città senza volto, senza fognature, senza farmacie, senza biblioteche, vivono schiere di abitanti emarginati, declassati, poveri.

Immagino quel mondo quando penso a Miseria e nobiltà. Un mondo affamato, disperato, violento; e allo stesso tempo vitale, ricco di fantasia e di speranze.

E cerco di ascoltare il suono caotico di una lingua popolare, di un dialetto vivo, non ancora appiattito dall’italiano televisivo. È una lingua lessicalmente povera, un po’ sgangherata, inascoltata dalla letteratura contemporanea, eppure così piena di significati imprevedibili, di parole sonore come musica.

Ho tentato più volte, nei miei spettacoli, di rivitalizzare la lingua teatrale italiana attraverso la grande tradizione dialettale (Arlecchino, Ista laus, Campiello, Il medico dei pazzi) cercando di rintracciare, nel calderone linguistico del nostro paese, una tessitura comune di parole, una radice della nostra identità nazionale.

Miseria e nobiltà mi dà occasione di continuare questo lavoro sulla lingua dialettale, in particolare quella bolognese, che non mi appartiene per nascita, ma che ho imparato ad ascoltare e ad amare.

La stagione prosegue:

Sabato 11 gennaio 2014, ore 21 TEATRO FANIN,

2 OBLIVION in ‘OTHELLO ….la H è muta!

Testi di Davide Calabrese e Lorenzo Scuda, musiche Lorenzo Scuda con gli Oblivion

Speriamo che la novità non vi traumatizzi troppo: per una volta niente Cetra. Oggi vi proponiamo un’altra parodia dell’Otello verdiano, quella del gruppo Oblivion. Ormai conosciutissimi sul web, Lorenzo Scuda, Davide Calabrese, Graziana Borciani, Francesca Folloni e Fabio Vagnarelli (ultimo oblivionacquisto)  sono cinque giovani artisti veramente eccezionali. Tra i loro ispiratori c’è ovviamente il Quartetto Cetra: questo Otello ha infatti inaugurato la loro Oblivionteca, dichiarato omaggio alla Biblioteca di Studio Uno. Ci rendiamo conto che proporvi le canzoni di questo Otello non è utilissimo, visto che il bacino musicale al quale attingono è molto più vicino cronologicamente rispetto a quello dei Cetra: è probabile che tutti voi conosciate le canzoni parodiate qui. Ma ci teniamo, simbolicamente, a proporre anche qualche loro lavoro, come segno della nostra ammirazione. La nuova produzione degli OBLIVION! Due secoli di critica musicale e teatrale condensati in una rivoluzionaria scoperta: la differenza tra l’Otello verdiano e quello shakespeariano? E’ l’H…Il doppio bicentenario Verdi-Wagner comicamente profanato alla maniera degli Oblivion. 2013, 200 anni dalla nascita di Giuseppe Verdi e 200 anni dalla nascita di Richard Wagner e 10 anni di OBLIVION Lorenzo Scuda – Davide Calabrese- Francesca Folloni- Graziana Borciani – FabioVignarelli. Al pianoforte,  Denis Biancucci.

Sabato 25 gennaio, ore 21 TEATRO FANIN,

GASPARE& ALESSANDRO BENVENUTI in

TUTTO SHAKESPEARE IN 90 MINUTI

Di Adam Long, Daniel Singer e Jess Winfield

Ideazione e progetto di Paolo Valerio. Adattamento e regia di Alessandro Benvenuti

Con Alessandro Benvenuti & Gaspare e Maurizio Lombardi

Dopo un interminabile successo a Londra, prima nei teatri off e in seguito per più di 10 anni al Criterion Theatre di Piccadilly Circus e tutt’ora in tour a 30 anni dal debutto, per la prima volta in Italia, lo spettacolo che diverte fino alla lacrime decine di migliaia di spettatori di tutto il mondo.

Lo spettacolo, un autentico cult nella versione inglese, attendeva da tempo un’edizione italiana, ne sono protagonisti Zuzzurro e Gaspare affiancati da Maurizio Lombardi, giovane attore di talento. Di Alessandro Benvenuti e Paolo Valerio la regia.. Definito irresistibile dal New York Times, è uno spettacolo, ha scritto il Today Show, “che se ami Shakespeare ti piacerà, e se lo odi ti piacerà lo stesso”. Tutte entusiaste le numerose testate che in questi anni l’hanno recensito. “Divertentissimo, vederlo per crederci” (Los Angeles Herald Tribune). “Gradevole all’inverosimile, magistrale!” (Los Angeles Times). Per la Montreal Gazette, “il più divertente spettacolo che può capitare di vedere nel corso della vita”.

Venerdi 14 febbraio, ore 21 TEATRO FANIN

ALE & FRANZ in LAVORI IN CORSO

Testi di Ale&Franz regia Alberto De Santis

Lavori in corso” nasce dal desiderio di poter sperimentare e far maturare idee e suggestioni , uscite da una prima fase di lavoro a tavolino, nella quale ne abbiamo, insieme ad Antonio De Santis, delineati confini e struttura. Per poter far vivere queste nuove situazioni, per far parlare i personaggi,  per farli interagire, per dar una voce alle parole fin ora solo scritte,  lasciando libero sfogo all’improvvisazione che da queste potrà scaturire, c’è bisogno , inevitabilmente del palco . Non mancheremo di portare con noi alcuni momenti del nostro repertorio classico, dalla panchina al noir, alternandoli a parti inedite , in cui poterci sentire  complici col pubblico , nello scoprire battute o reazioni inaspettate.  Ascolteremo il pubblico, lo cercheremo, ci fideremo, come sempre è stato , di lui…e solo alla fine di questo cammino ci gireremo indietro per vedere quanta strada abbiamo fatto insieme…”ALE E FRANZ

Venerdì 21 febbraio, ore 21 TEATRO FANIN

LILLO & GREG in  ‘IL MISTERO DELL’ASSASSINO MISTERIOSO’

Regia Mauro Mandolini,  interpreti: Lillo& Greg, Viania Della Bidia, Danilo De Santis, Dora Romano

Un castello nella campagna londinese, un misterioso maggiordomo, l’omicidio di un’anziana contessa, un investigatore e gli stravaganti sospettati: ecco gli ingredienti per un perfetto giallo, dai toni brillanti, di chiara matrice anglosassone.

Salone principale del castello i sospetti assassini della Contessa Worthington, ma un inatteso accadimento cambierà le dinamiche dell’indagine, minando esponenzialmente la trama del giallo e scatenando gli egoismi e le meschinità degli altri attori disposti a tutto pur di farsi notare da un produttore televisivo presente in platea. L’onnipresente umorismo di situazione e non ultima la cornice del giallo, rendono la commedia elettrizzante ed esilarante fuor di ogni dubbio. Nata da un’idea di Greg e scritta a quattro mani con Lillo, “Il Mistero dell’assassino misterioso” è la prima commedia in cui si fa centrale la narrazione metateatrale – tanto cara alla coppia- che svela, scardinandolo con un pizzico di perfidia, il delicato equilibrio su cui vivono alcune compagnie di teatro, ma su cui si fondano anche la maggior parte dei rapporti umani: gelosie, meschinità, invidie, rancori e falsità.

Sabato 8 marzo, ore 21 TEATRO FANIN

LUCIA VASINI e ANTONIO CORNACCHIONE in

L’HO FATTO PER IL MIO PAESE

Regia di Daniele Sala – Testo di Francesco Freyrie, Andrea Zalone, Antonio Cornacchione

“Immaginatevi un uomo candido e incasinato, capace di sogni sconfinati, che parlano di libertà uguaglianza e felicità per tutti. Un donchisciotte sempre comicamente in lotta con gli spigoli che la vita, senza soldi, con la disdetta dell’affitto in una tasca e la lettera di fine rapporto di lavoro nell’altra, artefice di un gesto folle e disperato: rapisce il Ministro che ha deciso il provvedimento e lo nasconde in cantina. Lo fa per sé, per la sua pensione ma soprattutto lo fa per il suo paese Unite la tragicommedia di una donna Ministro, stimata docente universitaria, sposata con un finanziere ricchissimo, che vive in case raffinatissime secondo valori solidissimi e che è scesa in politica solo per fare un favore al suo paese … ma un po’ anche a se stessa, nella speranza di colmare una solitudine assai più rara di tutte le specie rare che popolano la foresta pluviale del Borneo”.Immaginate ora l’urto di questi due mondi … e l’inferno terrestre che si scatena vi regalerà la commedia più appassionata, folle e contemporanea a cui abbiate mai assistito dai tempi dell’ultima crisi di Governo” Francesco Freyrie

lunedì 17 marzo, ore 21 TEATRO FANIN,

NERI MARCORE’ e BANDA OSIRIS in ‘BEATLES SUBMARINE’

Con Neri Marcorè e la Banda Osiris (Carlo Macrì, Gianluigi Carlone, Roberto Carlone, Sandro Berti) . Testo e regia Giorgio Gallione

‘Immagina te stesso tra gli alberi di mandarino e cieli di marmellata. Una ragazza con gli occhi di caleidoscopio ti chiama, mentre gente sui cavalli a dondolo si apre un varco in mezzo a fiori che crescono incredibilmente alti’ John Lennon Uno spettacolo concerto alla gioiosa, fantastica esplorazione dell’universo della più leggendaria band beat/pop/rock di sempre. Un ‘Magical Mistery Tour’ che raccoglie suggestioni, musiche, frammenti biografici, canzoni e racconti dei favolosi Beatles. Un tessuto narrativo che utilizza i brani più famosi e le caleidoscopiche magie di Yellow Submarine, i surreali racconti di John Lennon, le poesie di Paul Mc Cartney e gli infiniti rimandi che le canzoni e gli scritti dei Beatles hanno reso eterni: dalle pagine di Alice in Wonderland di Lewis Carrol alle magie surrealiste dell’avanguardia pop, dalle filastrocche per bambini alla poesia lisergica e sperimentale di Allen Ginsberg. Beatles submarine è la beatlemania sul palcoscenico, rivisitata dal talento bizzarro e stralunato di Neri Marcorè, cantante e filosofo assurdista e dai quattro professori della famigerata Banda Osiris, musici iconoclasti e ipercreativi. ‘Beatles Submarine’ crea così una fantasmagoria  visionaria e coloratissima, a dimostrazione che il fenomeno dei Beatles (a 50 anni dalla sua incredibile esplosione) non è stato una moda, ma una vera e propria cultura, fatta di rabbie dolci e fantasia al potere, alla ricerca di una Pepperland creativa che tutto ingloba nell’energia positiva del desiderio e che riesce a sconfiggere il silenzio ottuso e perbenista che i ‘Biechi blu’ (i mostri che vogliono annullare musica e colore in ‘Yellow Submarine’) tentano in ogni epoca di imporre.